corso di laurea in architettura

a.a. 2003 - 2004 - quinto anno - aggiornato il 22 ottobre 2003
Laboratorio di Sintesi Finale C
Laboratorio - 120 ore - 8 crediti formativi universitari

Architettura e paesaggio - innovazione e tradizione : il caso ligure

COLLEGIO DOCENTI: Annalisa Calcagno Maniglio, Paolo Cevini, Tiziano Mannoni, Diego Moreno, Stefano Musso, Paolo Rigamonti

COORDINATORE: Paolo Cevini

Premessa
Uno dei compiti più impegnativi (e appassionanti) che attendono l’architetto, oggi, è quello di essere moderno – autenticamente moderno – e nello stesso tempo far salvo e tramandare quel patrimonio di diversità che caratterizza il contesto dove è chiamato a operare: diversità che discendono dalla tradizione e dalla storia, che il progresso tende a cancellare in nome dell’omologazione globale.

1. Gli obiettivi, l’ambito
Il tema riguarda il rapporto tra architettura e paesaggio o, se si vuole, tra innovazione e tradizione (nella facile assimilazione dell’architettura all’innovazione, del paesaggio alla tradizione).
L’attenzione è rivolta alla dimensione “paesistica” dell’architettura, non solo e non tanto alla grande scala: le valenze paesistiche dell’architettura si intende analizzarle specialmente alla piccola scala, con riguardo ai dettagli materiali, formali, tecnico-costruttivi.
Quanto all’ambito di studio, si privilegiano le aree marginali interne del contesto locale, dove ha ancora senso parlare di “paesaggio” inteso come insieme di valori della cultura materiale storicamente sedimentati.

2. Il programma, il tema
Una prima fase (di studio, in collegamento con il corso di Analisi e Metodi di Storia dell’Architettura) riguarda:

  • analisi critica della produzione anonima corrente: l’omologazione del paesaggio (esempi in negativo e in positivo: la regola e l’eccezione)
  • interpretazione e ri-contestualizzazione di tecniche costruttive e materiali storici tradizionali. Obiettivo: conciliare i valori di autenticità e originalità (ovvero la diversità insita nelle tecniche storiche) con l’efficienza e la razionalità proprie dell’innovazione tecnologica
  • introduzione al tema di progetto. La colonizzazione della “selva d’Orba” e la cassina genovese tra sei e ottocento
  • introduzione al tema di progetto. La collina di Coronata e il sistema di villa nel suburbio genovese: case da manenti, case padronali, osterie
  • introduzione al tema di progetto. Case e vigneti delle Cinque Terre

Una seconda fase (di progetto) affronta un tema a scelta tra quelli proposti, con l’obiettivo di un’interpretazione moderna della figura, del ruolo e della costruzione tradizionali. In ogni caso, si tratta di temi a forte caratterizzazione paesistica (con riferimento alle coordinate non solo estetiche e morfologiche ma storico-culturali degli scenari di studio).

  • La casa nel vigneto. Si tratta di progettare una casa entro un contesto dato (il parco-vigneto di Coronata: un parco urbano sul tema della “vigna in città”; ovvero, un vigneto a Framura, nel quadro di un’azione di recupero del paesaggio delle Cinque Terre; ovvero ancora, un vigneto nelle Langhe, in uno dei classici itinerari del vino italiano).
  • La casa nel bosco. Nella fattispecie, il contesto è quello del Bosco di Vara: un bosco colonizzato dalla Repubblica di Genova tra Cinque e Seicento.
  • Il ponte. Ci si porrà il compito di ricostruire un antico ponte distrutto dalla piena, dov’era ma non necessariamente com’era. Il ponte univa le due sponde del torrente, i due ambiti amministrativi (i due comuni) di qua e di là. Una piccola casa (casa dei doganieri) sorgeva e sorge tuttora alla radice del ponte in sponda sinistra. Ricostruire il ponte, riattare la casa eventualmente ampliandola, aggiungere o togliere secondo necessità. In breve, riannodare i fili di una trama spezzata, ridare senso ad un paesaggio (anche mentale) dove il nostro essere moderni possa riconciliarsi con la storia, nel rispetto delle diversità (le ricchezze) su cui riposa l’identità dei luoghi: questa la scommessa.

3. Aspetti organizzativi
Compito del Collegio è programmare l’attività del Laboratorio stabilendo il calendario delle attività, definendo l’articolazione dei temi e le modalità dei contributi didattici interni ed esterni. Il Collegio dovrà inoltre seguire l’andamento del Laboratorio e verificarne i risultati secondo scadenze programmate.
La conduzione del Laboratorio è responsabilità personale e diretta del Coordinatore, che seguirà gli allievi nelle diverse fasi dell’attività, curerà l’organizzazione dei contributi didattici e provvederà a stabilire, in accordo con la Presidenza, orari e spazi di lavoro. Sia nella fase di studio, sia eventualmente nel corso della progettazione, si prevedono periodi di attività sul campo (sopralluoghi e rilievi, discussione e prima elaborazione progettuale).

Numero massimo di studenti ammessi: 20 unità.

4. Corsi connessi obbligatori, corsi consigliati, contributi didattici
4.1 Corsi connessi obbligatori
4.1.1 Storia e Metodi di Analisi dell’Architettura – 120 ore (Prof. Paolo Cevini)

Obiettivi.
Il corso introduce a una riflessione critica sull’architettura contemporanea, storicizzandone gli sviluppi a partire dal dopoguerra (anni Cinquanta), con l’obiettivo di dotare gli allievi degli strumenti critici e culturali che si pongono a fondamento del progetto di architettura. Su tali premesse si fonda l’esame delle tendenze in atto, dal populismo americano al de-costruttivismo, con riguardo particolare al “regionalismo critico” (K. Frampton).
La scelta è l’occasione, oltre che per l’approfondimento di studio, per un esercizio di analisi dell’architettura che si articola nelle categorie del tipo (spazio), della forma (architettura), della tecnica (costruzione).

Contenuti e articolazione.

  • Il dopoguerra (anni Cinquanta) e la crisi del Movimento Moderno. Il dibattito in seno ai CIAM. Team X e il superamento del Movimento Moderno
  • L’ultimo Le Corbusier: ritorno alla tradizione
  • L’ultimo Mies: sublimazione della tecnica, tra gigantismo suprematista e riecheggiamenti classicisti. Tecnica come decorazione (G. Semper)
  • Poetica ed estetica brutalista. Da A. e P. Smithson a J. Stirling
  • L’opzione etno-antropologica: lo strutturalismo olandese (A. Van Eyck, J. B. Bakema, H. Hertzberger)
  • L’opzione socio-politica: G. De Carlo, R. Erskine, H. Fathy
  • L’opzione tecnologica: da Archigram a Piano & Rogers
  • Storicismo e neo-manierismo. Da L. Kahn a J. Stirling
  • Populismo americano. R. Venturi, C. Moore
  • Neo-avanguardie: Five Architects N. Y., Neo-Razionalismo (la Tendenza), De-Costruttivismo
  • Regionalismo critico. Il caso italiano: da I. Gardella a G. Valle. Altri casi: Svizzera (Herzog e De Meuron, Diener e Diener, P. Zumthor), Portogallo (A. Siza), Australia (G. Murcutt), Grecia (D. Pikionis), Spagna (R. Moneo), Norvegia (S. Fehn) ecc.

Modalità di esame.
Frequenza obbligatoria di lezioni ed esercitazioni. Per sostenere l’esame l’allievo dovrà aver svolto un’esercitazione nel programma proposto dal Docente.

Testo base.
K. Frampton, Storia dell’architettura moderna, parte III Valutazione critica ed estensione al presente 1925-1984, Zanichelli, Bologna 1986 (II)
Percorsi bibliografici specifici saranno indicati volta per volta nel corso delle esercitazioni e dei seminari.

4.2 Corsi consigliati
Nessuno in particolare.

4.3 Contributi interni ed esterni
4.3.1 Contributi di Facoltà
Saranno svolti in forma di lezioni, discussioni e assistenza mirata a supporto dell’attività di analisi e di ricerca, con particolare riguardo alla prima fase di studio e alla successiva messa a punto dei temi progettuali. Il Collegio annovera al proprio interno le competenze disciplinari richieste: tecnologica, storico-geografica, archeologica, paesistica ed urbanistica. L’elaborazione progettuale sarà seguita direttamente dal Coordinatore.

4.3.2 Contributi esterni
I contributi esterni saranno programmati e organizzati sulla base delle esigenze via via manifestate. Si tratterà di conferenze e seminari tenuti da esperti e studiosi di ambito sia scientifico (Università, ISCUM ed altri centri di ricerca), sia professionale e tecnico.

5. Rapporti con la laurea
Il Laboratorio si configura di fatto come un pre-laurea ed anche formalmente si pone a conclusione e “sintesi” del curriculum di studi. In questo senso se ne sconsiglia l’iscrizione ad allievi in grave debito di esami pregressi, pertanto ancora lontani dalla laurea.