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Bibliotheca Mechanico-Architectonica
Dalla citazione antiquaria allo studio delle fonti

Le ricerche storiche sui rapporti meccanica-architettura sono entrate nella fase della maturità all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. La data sulla quale tutti concordano è il 1972, annus mirabilis nel quale viene pubblicato lo splendido volume di Jacques Heyman dedicato all’Essai di Coulomb (1773): Coulomb’s Memoir on Statics. An Essay in the History of Civil Engineering (1). Quel libro indicò una rigorosa strategia di ricerca, ben nota agli storici di professione, ma ancora sconosciuta ai cultori di structural mechanics, più avvezzi al calcolo di una trave in calcestruzzo armato che all’interpretazione di un documento che del calcolo chiarisca la genesi e spieghi le ragioni. Da allora Heyman è diventato un Maestro indiscusso di un nuovo approccio alla storia della meccanica strutturale e molti altri ricercatori hanno seguito le sue orme, non dimenticando la lezione di Clifford Truesdell, che nel campo della rational mechanics aveva delineato un analogo percorso di indagine nel saggio enciclopedico The Rational Mechanics of Flexible or Elastic Bodies: 1638-1788 (2) (1960).

Negli anni seguenti gli scritti di Heyman e Truesdell hanno influenzato il lavoro di alcuni studiosi italiani che si sono soffermati, in particolare, sullo studio della grande tradizione italo-francese. Edoardo Benvenuto, Salvatore Di Pasquale e Antonino Giuffrè hanno letto e riletto i “classici”, offrendo originali chiavi di lettura e sottolineando il carattere innovativo dell’approccio storico all’arte e alla scienza del costruire. I saggi da loro pubblicati tra il 1981 e il 2002 scandiscono le tappe di una stagione “italiana”, che si è dolorosamente conclusa nel 2004 con la scomparsa di Salvatore Di Pasquale, ultimo rappresentante della triade di amici e colleghi (Giuffrè muore nel 1997, Benvenuto nel 1998). Nello stesso lasso di tempo ricerche affini si sono sviluppate in tutta Europa, focalizzandosi intorno agli importanti contributi di Bill Addis in Inghilterra, di Santiago Huerta e Enrique Rabasa Díaz in Spagna, di Patricia Radelet-de Grave in Belgio, di Antoine Picon e Joël Sakarovitch in Francia, di Karl-Eugen Kurrer in Germania, ma estendendosi anche ad un buon numero di protagonisti minori, che nella maggior parte dei casi sembrano aver orecchiato distrattamente la lezione dei Maestri, fondendo un ingenuo entusiasmo con una inguaribile pigrizia speculativa. Per questa nutrita schiera di epigoni le fonti primarie sono diventate un riferimento lontano e poco maneggevole, nella maggior parte dei casi una data o un nome da citare in nota o da sbandierare nel titolo di una relazione, dopo aver frettolosamente ricopiato i riferimenti bibliografici scoperti nelle opere maggiori.

In questo modo la ricerca ha subito un brusco contraccolpo e alla proliferazione degli accenni, più o meno svagati, sul tema ha corrisposto una qualità sempre più scadente, talvolta scadentissima, della ricerca. Opere come La Scienza delle costruzioni e il suo sviluppo storico (3) (1981) e An Introduction to the History of Structural Mechanics (4) (1991) di Benvenuto, La meccanica nell’architettura. La statica (5) (1986) di Giuffré, L’arte del costruire. Tra conoscenza e scienza (6) (1996) di Di Pasquale sono state ridotte al rango di bibbie intonse (o appena sfogliate), da custodire religiosamente sotto vuoto. Come se quei saggi fossero da assumersi come punto di arrivo, simulacro di un sapere ormai codificato e di interpretazioni “senza tempo”, piuttosto che come punto di partenza sul quale discutere e confrontarsi.

Il progetto Between Mechanics and Architecture, nato nell’ormai lontano 1992, e l’attività dell’Associazione Edoardo Benvenuto, fondata nel 1999, stanno cercando di arginare questa dannosa svogliatezza, nella speranza che lo spirito delle ricerche avviate dai pionieri possa trovare valide ragioni per rinnovarsi, senza inutili reticenze sui limiti delle interpretazioni storiografiche che hanno contrassegnato i lavori della prima ora. A più di dieci anni dalla pubblicazione del volume Entre Mécanique et Architecture (7)(1995), che raccoglie la prima ricognizione bibliografica sul tema, e a cinque dalla bibliografia ragionata allegata al saggio Degli archi e delle volte (8) (2002), si è pensato di avviare una nuova fase, nella quale saranno messi a disposizione degli studiosi testi dedicati alla meccanica & all’architettura, affinché la facilità di consultazione possa sollecitare gli interessati ad un confronto diretto con le fonti reperibili in Internet in modalità copyleft.

La recente presentazione del progetto Google per lo sviluppo di una “Biblioteca universale” digitalizzata e in libero accesso ha portato alla ribalta la realtà di lungimiranti progetti che ormai da molti anni rendono disponibili online una miniera di informazioni bibliografiche. Ricercatori che prima dell’era digitale erano costretti a rinunciare a certi tipi di studi o a investire ingenti somme di denaro per soggiorni e trasferte fuori sede hanno ora la possibilità di svolgere le loro ricerche “a tavolino”. Chi lo desidera può verificare facilmente, non allontanandosi dal proprio computer, le interpretazioni delle fonti con le fonti stesse, almeno nei casi in cui queste sono state inserite online.

Tra i progetti di digitalizzazione che risultano di grande utilità per le ricerche between Mechanics and Architecture merita qui segnalare il sito Gallica, l’Archimedes Project, La matematica su CD-rom e il progetto JSTOR. Soltanto i primi due, tuttavia, mettono gratuitamente a disposizione il materiale raccolto e si riconoscono nello spirito che anima le iniziative open source (cfr. Dichiarazione di Berlino). A questi noi guardiamo con particolare interesse e simpatia, per il grande servizio che rendono alla ricerca e per come ne favoriscono lo sviluppo senza nulla chiedere in cambio. Seguendo l’utopia del copyleft la Bibliotheca Mechanico-Architectonica affina gli strumenti di ricerca già a disposizione e crea una biblioteca tematica che fornisce agli storici dell’arte e della scienza del costruire uno strumento agile e di facile utilizzo (9). Un modo per evitare che le nuove risorse finiscano per rimanere nascoste nella giungla internettiana, dove il navigatore non professionista si trova stordito e indeciso per eccesso di offerta e quello professionista finisce facilmente nella giocosa girandola delle ultime novità.

(1) J. Heyman, Coulomb’s Memoir on Statics: An Essay in the History of Civil Engineering, Cambridge University Press, Cambridge 1972.

(2) C.A. Truesdell, The rational mechanics of flexible or elastic bodies 1638-1788. Introduction to vols. 10 and 11 of Leonhardo Euleri Opera Omnia,Orell Füssli, Zürich 1960.

(3) E. Benvenuto, La Scienza delle Costruzioni e il suo sviluppo storico, Sansoni, Firenze 1981.

(4) E. Benvenuto, An Introduction to the History of Structural Mechanics, Springer, New York 1991.

(5) A. Giuffré, La meccanica nell’architettura. La statica, NIS, Roma 1986.

(6) S. Di Pasquale, L’arte del costruire. Tra conoscenza e scienza, Marsilio, Venezia 1996.

(7) P. Radelet-de Grave, E. Benvenuto (eds.), Entre Mécanique et Architecture/ Between Mechanics and Architecture, Birkhäuser, Basel 1995.

(8) A. Becchi, F. Foce, Degli archi e delle volte. Arte del costruire tra meccanica e stereotomia, Marsilio, Venezia 2002. Vedi anche A. Becchi, Q. XVI. Leonardo, Galileo e il caso Baldi: Magonza, 26 Marzo 1621, Marsilio, Venezia 2004.

(9) Un analogo progetto su CD rom è stato recentemente sviluppato da S. Huerta in Spagna. Si veda S. Huerta (ed.), Fuentes para la Historia de la Construcción, vol.1, Selección de Tratados españoles de Arquitectura y Construcción, ss. XVI-XX, Instituto Juan de Herrera, Madrid 2005; vol.2, Selección de Tratados españoles de Arquitectura y Construcción, s. XIX, Instituto Juan de Herrera, Madrid 2007.